Presentazioni Squadre 2019, Team Sky
Il Team Sky si prepara ad una stagione di fuoco. Da un lato sarà l’ultima con lo storico nome, dall’altro, sul lato sportivo, la compagine britannica si presenta forse come la migliore di sempre, con due corridori attualmente vincitori uscenti di un grande giro e una selezione di giovani in rampa di lancio che appare pronta ad ottenere a sua volta grandissimi risultati. Senza dimenticare alcuni corridori che qui fanno i gregari, pur essendo stati capaci di conquistare a loro volta vittorie di primissimo piano, a partire da due Classiche Monumento.
GLI UOMINI PIÙ ATTESI
Il faro del team è sempre e comunque Chris Froome, che quest’anno andrà a caccia del suo quinto Tour de France. Dopo aver tentato (e sfiorato) il clamoroso exploit lo scorso anno, iniziando con la straordinaria vittoria al Giro d’Italia, stavolta il Keniano Bianco resta sulla strada più sicura per prepararsi a riconquistare la Maglia Gialla. Il mirino è posizionato e sarà difficile che sbagli, anche se il rivale più accreditato se lo dovrebbe trovare in casa. Il suo grande amico Geraint Thomas dovrebbe infatti essere molto probabilmente anche lui della partita per difendere il titolo conquistato lo scorso anno, rubando finalmente la scena al suo ex capitano. Dopo tante stagioni sfortunate il gallese è arrivato nel 2018 nel pieno della maturazione psicofisica e il 2019 è per lui annata fondamentale per confermare di non essere stato solo fortunato. Con questo potenziale offensivo la compagine britannica, che ovviamente avrà luogotenenti di lusso come David De la Cruz, Michal Kwiatkowski e Wout Poels sarà ovviamente la candidata alla sua stessa successione, quasi un monologo ormai dal 2012 ad oggi alla Grande Boucle (interrotto solo fugacemente da Nibali nel 2014).
Mai come quest’anno tuttavia esistono alternative e altre realtà in squadra. Oltre ai tre già citati (decisamente più che gregari), che potranno farsi notare nelle grandi classiche così come in alcune corse di una settimana, i nomi più importanti in squadra sono quelli del talentino Egan Bernal e dell’eclettico Gianni Moscon. Il colombiano è uno scalatore sopraffino, per alcuni già il migliore del panorama internazionale malgrado debba ancora compiere 22 anni; mentre l’italiano (ancora giovane visto che si tratta di un classe 1993) è uno dei corridori più completi in circolazione, capace di brillare dal pavé alle grandi montagne, passando per le cronometro e con un discreto spunto veloce.
Entrambi appaiono già maturi per grandi traguardi, con l’ex pupillo di Gianni Savio atteso alla consacrazione nei GT dopo un primo anno già di assoluto livello nel WorldTour. Il sudamericano è atteso soprattutto al Giro, dove appare già come più di un outsider malgrado la giovanissima età, dove certamente vedremo anche il corridore trentino, che tuttavia avrà già obiettivi molto importanti nella prima parte di stagione, con la possibilità di farsi notare praticamente in tutte le grandi classiche di primavera, senza eccezione alcuna.
Ruoli sostanzialmente da gregari nel complesso per atleti di spessore come Jonathan Castroviejo, Kenny Elissonde, Salvatore Puccio, Diego Rosa, Luke Rowe, Ian Stannard e Ben Swift, che avranno comunque nell’arco della stagione alcune possibili occasioni di mettersi in mostra. Soprattutto i tre britannici, che tra corse del pavé e possibili sprint potrebbero trovare più spazio degli altri, pur dovendo a loro volta spesso lavorare per gli altri in pianura nelle corse a tappe.
LE GIOVANI PROMESSE
Per non farsi mancare niente, la corazzata di Dave Braislford ha anche alcuni tra i giovani più interessanti del panorama internazionale (oltre al già citato Bernal). Suoi coetanei (1997) sono altri tre scalatori più che promettenti come Jonathan Narvaez, Pavel Sivakov e Ivan Sosa. Il più appariscente sinora è stato quest’ultimo, al centro di un intricato caso di CicloMercato nell’ultima sessione al termine di una straordinaria stagione in maglia Androni-Sidermec. Perfettamente guidato e consigliato da un esperto scout come Savio ha più volte battagliato con i big ad armi pari, spiccando a sua volta per un talento cristallino in salita. Alla sua prima stagione nella nuova squadra avrà soprattutto ruolo da gregario, ma ci si aspetta di vederlo brillare a sua volta praticamente da subito.
L’ecuadoriano arriva invece dalla Quick-Step, con la quale ha avuto meno spazio, ma comunque modo di farsi rapidamente notare per la brillantezza e spigliatezza quando la strada sale. Se appare ancora abbastanza acerbo, il talento non sembra proprio mancargli e potrebbe esprimerlo presto, anche se probabilmente al servizio della squadra. Chi si è visto poco è invece il corridore franco-russo, che tra i dilettanti ha fatto faville, senza tuttavia trovare fortuna nella sua prima stagione in maglia Sky lo scorso anno. Non tutti i fiori sbocciano nello stesso momento e a volte per i più belli bisogna aspettare.
Di un anno più grandi sono Eddie Dunbar, Filippo Ganna e Kristoffer Halvorsen. Il primo ha a sua volta ottime doti in salita e subito le ha fatte vedere la scorsa estate, approdato in squadra dopo la rovinosa chiusura della Aqua Blue Sport, mentre gli altri hanno profili ben diversi. Per l’irlandese non sembra esserci molto spazio, ma nella sua gavetta nel treno degli scalatori potrebbe emergere rapidamente. Arrivato quest’anno dalla UAE Team Emirates, il due volte iridato dell’inseguimento non ha invece ancora saputo brillare su strada, ma in una formazione che ha fatto della sua specialità trasformare i pistard potrebbe trovare l’esplosione attesa (andando oltre le cronometro che sinora sono sembrate l’unico ambito in cui è riuscito ad esprimersi a livelli interessanti). Ex iridato tra gli under 23, il norvegese è uno sprinter completo, che in una formazione come questa potrebbe avere più margine di manovra di altri, pur trovandosi spesso con poco supporto e raramente schierato nelle grande corse.
1995 è invece l’anno di nascita di Tao Geoghegan Hart e Chris Lawless. Anche qui uno scalatore, già capace di farsi notare in corse di buon livello come il Giro di California, e un corridore veloce. Il primo ha già iniziato un buon percorso di crescita lo scorso anno e lo si attende, se troverà spazio, in corse ancora più importanti per confermare quanto fatto già vedere; mentre per il secondo gli spazi sono pochi e dovrà essere bravo a farsi notare in quelle circostanze limitate. Visto il passaporto britannico potrebbero avere qualche piccola occasione in più di altri, anche se il cambio di rotta del team non sembra offrire grandi garanzie in tal senso.
Dopo il già citato Moscon, classe ’94, la notevole carrellata di giovani si chiude con Leonardo Basso, Owain Doull e Sebastian Henao. Quest’anno diventeranno over 25 ed ormai appaiono soprattutto destinati ad una dignitosa carriera da gregari, soprattutto se decidono di restare in una squadra così ricca di talenti, alcuni dei quali già più giovani di loro. L’italiano per lo sprint, il britannico per la pianura e il colombiano per le salite, sono uomini che hanno già dimostrato di saper fare il loro lavoro bene, ma in una squadra come questa trovare maggiore spazio sarà arduo. Attenzione comunque a Doull, capace già di buoni piazzamenti in corse di un giorno, così come Henao potrebbe anche riuscire a ritrovare il piglio delle prime stagioni, dimostrandosi un diesel più che un guizzante motore come molti suoi connazionali.
LA SQUADRA
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